Di un’estensione che copre circa 10 ettari, la necropoli della Banditaccia si compone di quasi 400 sepolture, che si riferiscono a un arco cronologico piuttosto ampio, compreso tra l’VIII e il II secolo
a.C.
L’area offre, pertanto, la possibilità di seguire i mutamenti della tipologia di sepoltura per un periodo di circa sei secoli e, con essa, l’evolversi della mentalità, delle credenze e, più in generale, della cultura etrusca di Cerveteri.
La visita si presenta, peraltro, come una piacevole passeggiata in un parco suggestivo e arricchito, nella sua bellezza, dalla crescita di vegetazione spontanea, dalle antiche strade e dai viottoli che si inerpicano tra le sepolture. L’impressione è quella di trovarsi all’interno di una città, organizzata secondo canoni che ne prevedono la divisione in isolati, tagliati da strade principali e da vie secondarie, lungo le quali si articolano le tombe che, già dall’aspetto esterno, ricordano la struttura e la fisionomia delle abitazioni.
Simbolo della necropoli è, di certo, la Tomba dei Rilievi, grande ipogeo gentilizio della fine del IV secolo a.C., esso si caratterizza per la particolare decorazione della camera funeraria, impreziosita da rilievi in stucco dipinto che riproducono, in linea di massima, oggetti d’uso quotidiano (armi, utensili di utilizzo domestico) e figure di dèmoni. Appartenuto alla famiglia Matuna (lo attestano le iscrizioni dipinte all’interno e quelle incise su due cippi anch’essi conservati dentro la tomba).